mercoledì 18 luglio 2012

NO TENGO DINERO (Righeira)

NO TENGO DINERO e il Calcio Italiano scoppia.
R.I.P. Riposa in pace. Dal Ravenna (già fallita nel 2001) al Foggia, dalla Triestina (già fallita nel 1994) al Siracusa, dal Pergocrema (ex CremaPergo, ora tornato Pergolettese a spese del Pizzighettone) al Campobasso (già fallito nel 90', nel 96' e nel 2002). Poi: Taranto (già fallita nel 2004), Derthona, Giulianova, Valenzana, Ebolitana, Montichiari, Castel San Pietro questa è l'ennesima lista di decessi illustri che non termina più. Ogni estate la solita macabra mattanza a seminare vittime e riempire le pagine di necrologi. Quante sono le città capoluogo di provincia senza più storia e squadra nel mondo del calcio? Troppe. E a pagare sono soprattutto i tifosi, gli appassionati del giuoco più bello del mondo. SOLIDARIETA' A CHI LA SQUADRA NON HA PIU'


Ferrara. 360mila abitanti. Dopo 105 anni di storia nel professionismo, la gloriosa Spal (Società Polisportiva Ars et Labor, un quinto posto nel campionato 1959/1960) sprofonda fra i dilettanti.


E Ferrara è solo un triste caso fra tanti. Tra i quali spicca quello del fallimento del Piacenza Football Club. Gettati al macero 93 anni di storia, dai Papaveri di Gibì Fabbri alla grande scalata alla serie A dei Biancorossi dell’Ingegnere. Un’agonia durata mesi che non auguro a nessuno, nemmeno al peggior dei nemici. Perchè sappiamo cosa vuol dire avere la Squadra di Calcio dopo la Mamma...


Si legge poi grossi problemi anche per: Como, Andria, Prato, Sud Tirol, Casale, Riccione, Sorrento, Pavullese, Valle d'Aosta, Gallaratese (si iscriverà al campionato di Promozione). Il Fanfulla milita ancora in Promozione dopo aver conseguito la salvezza per il rotto della cuffia nella passata stagione, il Ponsacco è risalito (si fa per dire) in Prima categoria, il Suzzara p in Seconda, il Comacchio Lidi forse ripartirà dalla Terza Categoria.


Storie di società finite nelle mani sbagliate, di bilanci truccati, di promesse non mantenute, di imprenditori senza un tollino che promettono mari e monti, di fidejussioni false, di assegni post datati (a quando?), di sponsor fantasma, di rimborsi non pagati e cosi via. Mancano i soldi e allora si rimedia con le fusioni e via a violentare il Calcio Italiano cancellando altre pagine di storia di passione e calcio giocato.


Quante città sono state toccate da radiazioni e cancellate dalla geografia del calcio Italiano. Prima o poi tocca a tutti, sembra proprio un dato di fatto a cui non ci si può sottrarre. Quando toccherà a noi di Fiorenzuola d'Arda?

Restano solo un paio di convinzioni: di questi tempi non c'è più morale e cultura sportiva nel Calcio, anzi forse non ci sono mai state, si sta solo andando sempre più in peggio anno dopo anno, volgendo verso l'azzaramento (la fine) di un sistema malato da tempo, che non è nient'altro che uno spaccato in piccolo della società di oggi, in regressione, decadente, segnata dalla crisi finanziaria mondiale. Seconda convinzione: di ricconi filantropi nel mondo del calcio non ce ne sono più, da che mondo e mondo chi fa qualcosa lo fa per interesse e se la situazione precipita non ci pensa su due volte a rompere il giocattolo. Anche nel caso di un giocattolo che ha una storia centenaria alla spalle, blasone e seguito.


In Valdarda, incassata la retrocessione diretta dalla serie D, incassate le dichiarazioni del patron (che tanto hanno fatto male) di iscriversi alla Promozione per poi tornare sui suoi passi grazie a Baldrighi, qualcuno, anzi in tanti hanno sperato veramente in un cambio drastico, aria nuova, sognando magari la famiglia Pighi al timone (già sponsor) o addirittura improbabili imprenditori forestieri e girovaghi abili a parole ma poi a fatti.. La stessa gente che ha vissuto le movimentate estati del 2001 e 2002 con le vicende Aleotti e Boiardi e che sa cosa vuol dire essere appesi ad un filo, essere li per li per scomparire. Per ritrovare l'entusiamo ecco scelte molto discutibili (troppi ex fidenza). L'abbattimento dei costi per salvaguardare onore, bilancio, ed esistenza con la retrocessione voluta o non in Eccellenza (calciatori della zona e giovani del vivaio di casa, trasferte da fare volendo in bicicletta).


"L'Estate sta finendo" e  soprattutto “No tengo dinero” cantavano i Righeira. Oggi in Italia sono tornati in tanti a cantarla.


" Us Fiorenzuola 1922 primo caso in Italia di società di calcio che retrocede e paga fino all’ultimo centesimo gli stipendi ”.
Disinnamorarsi per ora sognando nuovi progetti e voli pindarici o Accontentarsi del poco che si ha e restare una delle poche società italiane autentiche, vere, con quel 1922 nella denominazione da portare orgogliosi e fieri ?

Marco Moschini (papua)




RIGHEIRA
I Righeira sono un gruppo musicale italiano composto da Michael & Johnson Righeira, al secolo Stefano Rota e Stefano Righi, atterrano sul nostro pianeta negli anni ’60. Entrambi scelgono l’Italia, nella fattispecie Torino, come alveo per la loro nascita terrestre. Per mimetizzare la loro provenienza aliena conducono una vita, apparentemente, normale. Alla fine degli anni 70 i loro corpi e le loro essenze entrano definitivamente in contatto sui banchi di scuola del glorioso Liceo Scientifico Albert Einstein di Torino. La loro missione cosmica, volta all’evoluzione e al progresso del nostro pianeta, prevede numerose frequentazioni in ogni trama dell’underground torinese. Nel 1981, stanchi del banale rapporto di amicizia, decidono di diventare fratelli.
Nel 1983, ancora giovanissimi, esce in tutto il Sistema Solare il loro primo singolo, Vamos a la playa. E' un successo di proporzioni galattiche che sarà bissato l’anno successivo con No tengo dinero. Nel 1985 con L’estate sta finendo vincono il Festivalbar e il Disco per l’estate. Nel 1986 partecipano al Festival di Sanremo con Innamoratissimo. Il 31/12/1986 ha termine la prima fase della loro missione: i due decidono di farsi ibernare. All’inizio del nuovo millennio, vista la devastante situazione in cui versa il pianeta Terra, l’Altissima Commissione per lo Sviluppo Armonioso del Cosmo avvia la procedura per il loro risveglio...
Quale sconvolgimento musical culturale hanno portato i Righeira nella musica dance! credo che nemmeno i più attenti e preparati sociologi siano stati in grado di valutare e di analizzare; ma fuori da ogni inutile metafora pseudointellettuale, la realtà è che nel 1983, in uno dei più belli e tecnologicamente avanzati studi di Milano (il Creamus dei fratelli La Bionda), si compie il miracolo: nasce Vamos a la playa. In brevissimo tempo, la freschezza sonora, l’impatto ispanico del testo le stravaganze del tutto studiate di Michael e Jonson Righeira, completano questo duo. Milioni di dischi venduti in tutto il mondo, platee sconfinate di fans che assediano il nostro duo da favola, senza soluzione di continuità, la travolgente simpatia di questa canzone, che è ormai diventata un evergreen, completano l’opera. Di seguito escono No tengo dinero e il loro primo LP. La loro incomparabile vena artistica si svela in modo assoluto nel 1985 quando al culmine della carriera escono con un 45 giri dal titolo L’estate sta finendo. Questa canzone in chiave classica-dance esce come un paradosso a ridosso dell’estate ed è canzone tra le più belle e intense che si siano mai state scritte; la versione lenta che completa il mix, è una grande lezione di melodia. Nel 1987 li vediamo esibirsi a Sanremo con Innamoratissimo, canzone forse meno geniale delle altre, ma che nel palco dell’Ariston ha rappresentato comunque una ventata di freschezza, gioia e ritmo.


Discografia:
1983 - Vamos A La Playa
1984 - No Tengo Dinero
1985 - L'Estate Sta Finendo
1986 - Innamoratissimo
1988 - Companeros
1989 - Garageamos
1990 - Ferragosto
2001 - Vamos A La Playa



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