martedì 10 marzo 2009

I primi anni in serie C

Le speranze, l'attesa, il sogno del grande salto in C1, la prima volta sulla schedina Totocalcio, il campo sportivo che si trasforma in vero stadio, gli articoli sulla Gazzetta dello Sport, gli Ultrà Fiore i pionieri del tifo organizzato valdardese, gli aneddoti, i tanti volti che hanno fatto grande l'U.s. Fiorenzuola Calcio agli inizi degli anni '90...

1990-91. Per disputare senza patemi la prima esperienza nei professionisti e centrare la salvezza, la società presieduta dall’imprenditore Antonio Villa decide di affidarsi all’esperienza del tecnico modenese Giovanni Seghedoni. Classe 1932, nome a cui è legata la storica promozione dalla serie cadetta alla serie A del Catanzaro nella stagione 1970-71; panchine nella massima serie sempre a Catanzaro e a Vicenza e Como; esperienze in serie B con: Taranto, Brescia e Novara; in C con: Pescara, Lecce, Internapoli, Bari, Spal, Pisa, Messina, Rimini, Casale e Sassuolo. Insomma tanto “mestiere” al servizio di una matricola al debutto assoluto nel girone settentrionale della serie C2.
Del gruppo dell’ex tecnico Marco Torresani che ha ottenuto la storica promozione rimangono solo l’attaccante Stefano Pompini; i difensori: Andrea Albertazzi, e Rocco Crippa; i centrocampisti: Massimo Pedrazzini, Roberto Santini e Armando Quaresmini.
Milanofiori brulica di dirigenti e procuratori. Il primo acquisto messo a segno è una scommessa che si rivelerà un autentico flop: Stefano Sodero, talentuoso centrocampista imberbe prelevato dal Cuoio Pelli; deluderanno anche l’attaccante da affiancare a bomber Pompini, il modenese Massimo Spezia, classe ’65 ex Carpi (C1); e il jolly difensivo Daniele Barbui.
I rinforzi sono tanti e fra questi menzioniamo, i difensori: GianBattista Lombardini e Domenico Baldacci prelevati rispettivamente dalla Pro Vercelli e dal Suzzara; il centrocampista mantovano Silvano Mazzi futuro capitano, il fantasista Marco Pozzi detto Zucchero fresco di promozione in C1 con la Pro Sesto; il portierone bresciano dalla voce gracchiante Roberto Serena ex Piacenza dell’era Titta Rota. Questi elementi rappresenteranno la colonna portante di un fantastico gruppo che nel giro di tre stagioni centrerà lo storico salto in serie C1.
La società mentre sta cercando uno sponsor deve traslocare perchè lo stadio Comunale è diventato un cantiere aperto. Le gare interne di Coppa Italia vengono disputate alla Galleana di Piacenza (oggi stadio Garilli) mentre per il campionato circolano le voci di Fidenza e Salsomaggiore. In via Campo Sportivo 1 si lotta contro il tempo per portare la capienza dell’impianto ad almeno 2000 posti, realizzare una nuova gradinata, nuove recinzioni recinzioni, nuovi spogliatoi e asfaltare i parcheggi. La ditta incaricata dei lavori, è la Cooperativa Edile Valdarda. Dopo il derby di coppa contro il Piacenza “galattico” di Gigi Cagni che si appresta a dominare il girone A della C1 (nell’occasione 4-0 per i biancorossi) c’è il debutto in campionato contro il Percocrema di Giorgio Veneri sul neutro di Salsomaggiore Terme. La partita è combattuta e ed è risolta da un colpo di testa di Pompini. Neanche a farlo apposta, i successivi impegni casalinghi contro la Spal di Gibì Fabbri e il Ravenna di Busatta sono le sfide di maggior richiamo e portano allo stadio “amico” di Salsomaggiore il pubblico delle grandi occasioni. Nel frattempo sono arrivati due rinforzi: l’eclettico ma fragile centrocampista veneto Ferdinando Fornasier e il mastino difensivo Camillo Milani ex Palazzolo. Entrambe le sfide, con ferraresi e ravennati termineranno in parità. I pareggi. Il Fiorenzuola di Gianni Seghedoni si specializza nel portare a casa pareggi. E se in quegli anni la vittoria ne vale due di punti, un punto alla volta, per una compagine all’esordio che ha come obbiettivo primario la salvezza non è niente male. Il Fiorenzuola mette in fila una lunga striscia di pareggi, ben venti. Al Comunale, i rossoneri tornano a giocarci a novembre con la sola vecchia tribuna aperta al pubblico. Contro il Cittadella di Paolo Bottacin, a fine dicembre 1990, viene inaugurata la nuova capiente gradinata. Il Fiorenzuola ottiene la salvezza in anticipo classificandosi all’ottavo posto grazie ai 34 punti conquistati frutto di 7 vittorie, 20 pareggi e 7 sconfitte, con 28 reti realizzate e 23 subite. Un Fiorenzuola specializzato in pareggi che ha giocato alla pari delle grandi nelle sfide di cartello. Il capocannoniere della squadra è il parmigiano Stefano Pompini con 11 centri. L’ultima gara di campionato contro il Legnano di mister Rossetti è in pratica un amichevole che vede schierati in campo tanti giovani esordienti fra cui un certo Matteo Rastelli, professione attaccante. La vittoria più roboante è il tre a zero inflitto al Cittadella al piccolo stadio Tombolato. La vittoria più eclatante, nonché cartolina più bella della stagione: la vittoria esterna allo stadio “Benelli” contro il superfavorito Ravenna per due reti a zero. In serie C1 ci vanno il Palazzolo di Titta Rota e la Spal di Gibì Fabbri, quest’ultima vittoriosa nello spareggio contro la Solbiatese.
1991-92. Si riparte con il solito entusiasmo e l’intento di fare qualcosa di più rispetto alla stagione appena conclusa. Il Fiorenzuola stavolta non parte da zero, ha in mano un gruppo costituito da buoni elementi che hanno fatto bene centrando senza patemi una tranquilla salvezza. Viene dunque promosso il gruppo ma non la filosofia difensivista votata al pareggio del tecnico Seghedoni e di comune accordo avviene il divorzio. Le candidature alla panchina rossonera sono cinque: Lorenzo Barlassina (Cuneo), Carlo Soldo (Baracca Lugo), Bruno Baveni (Casale), Gianni Alessio Bui (Novara), Pier Luigi Busatta (Ravenna) e alla fine a spuntarla è quest’ultimo. Pier Luigi Busatta, un passato da calciatore professionista ad alto livello con le maglie di Catanzaro e Verona in serie A. Un tecnico giovane reduce dalla esperienze di Bassano, Pievigina, Thiene, Chievo, Suzzara e Ravenna. In giallorosso, il tecnico di Marostica ha fatto benino conquistando solo un quarto posto. A Fiorenzuola, Busatta segue in prima linea il mercato e porta con se da Ravenna il centrocampista Massimo Pavanel classe 1967 e l’attaccante “giramondo” Giovanni Rossi. Dal Genoa arrivano l’esterno sinistro Cristian Trapella e il centrocampista Marco Sgrò reduce dall’esperienza C1 con la casacca del Siena. Il Fiore parte forte conquistando sette punti nelle prime tre gare, poi al giro di boa si smarrisce raggranellando solo cinque punti in sei partite. I rossoneri si riprendono grazie a due vittorie di fila ai danni della Centese di Roberto Franzon e del forte Varese di Alfredo Magni (la partita contro il Varese è inserita per la cronaca nella colonna della schedina Totocalcio). Poi la sconfitta di Novara, il pareggio interno contro il Suzzara di mister Mei, le due vittorie interne contro Cuneo e Legnano che lanciano il Fiorenzuola al big-match del Comunale contro il capolista Ravenna. Alla vigilia dell’atteso incontro, la Gazzetta dello Sport dedica un’intera pagina al sogno del piccolo Fiorenzuola di battere la regina del torneo. Il tecnico del Ravenna, Luigi Del Neri, studia nei minimi particolari la gara, e sull’ispiratissimo Pompini, autore di tre reti nelle ultime tre gare, fa applicare una marcatura asfissiante. All’appuntamento si presentano 2500 spettatori con larga rappresentanza romagnola (12 pullman e tante auto al seguito) ma sono solo sbadigli con uno scialbo 0-0 che fa rimpiangere il pirotecnico 5-4 della gara di andata. Dall’aggancio mancato al crollo. Nelle restanti 10 partite il gruppo capitanato da Silvano Mazzi mette a segno solo una vittoria alla penultima giornata contro il già salvo Trento allenato da Alberto Cavasin e con in porta il futuro interista Francesco Toldo. Dicevamo una sola vittoria, 5 pareggi e 4 sconfitte. Bene l’attaccante Stefano Pompini autore di 13 acuti. Male i compagni di reparto: Rossi e Spezia che insieme sono arrivati ad un bottino di sole cinque marcature. In C1 ci torna il Ravenna di Luigi Del Neri e del presidente Corvetta e per la prima volta nella sua storia il Leffe di Bortolo Mutti. Il Fiorenzuola che aveva fatto sognare i propri tifosi si classifica 4° con 41 punti (girone a 20 squadre) assieme al Tempio Pausania e al Mantova.
Finisce l’avventura in Valdarda di mister Busatta. Quel tecnico taciturno, con i baffi, sempre elegante, un pò malinconico, che imponeva la seduta di defaticamento agli undici titolari facendoli correre nuovamente per il campo al termine delle gare.
1992-93.Il dopo-Busatta risponde al nome di Giorgio Veneri. Un nome nuovo, importate e conosciuto per la panchina del Fiorenzuola 1992-93. Il tecnico mantovano è specializzato in promozioni dalla serie C2 alla C1, ne vanta ben 4 in carriera ottenute con Casarano, Fanfulla, Spal e Pergocrema. L’obbiettivo dichiarato dai quadri dirigenziali rossoneri è il grande salto in serie C1. Veneri, con il benestare della società non stravolge l’organico. Rimangono a sorpresa anche le grandi delusioni della stagione 1991-92, ovvero l’attaccante Giovanni Rossi e il centrocampista Marco Sgrò. In entrata si accasano in rossonero: il difensore Fabrizio Roda dal Pergocrema chiamato a colmare la partenza di Camillo Milani verso il Castel di Sangro dell’ex Busatta; l’esterno destro Gianluca Nistri dal Campania Puteolana per sostituire il modenese Roberto Santini; l’attaccante ferrarese Massimo Pedriali, 6 centri nella Centese; i giovani di belle speranze Marco Santoloci e Fabio Paratici dalla Primavera del Piacenza. Il Fiorenzuola rifila all’esordio tre pappine al Pavia del ex allenatore Giampaolo Chierico. Bella vittoria anche a Solbiate Arno e in casa con il Tempio di Dallabianchina. E’ una partenza all’insegna del tre, le reti rifilate agli avversari. Poi arriva lo stop sotto il diluvio di Aosta e il pareggio a reti bianche di Novara. In casa contro il Pergocrema di Titta Rota, il Fiore è una furia. La gara termina 5-1 con reti di Rossi, Pompini (doppietta), Roda e Pozzi. Arriva la sfida di Trento. Maledetta Trento. Allo stadio Briamasco, il Fiore viene sconfitto per due reti a uno e oltre alla beffa il danno con Pompini che perde la testa si fa espellere per tre turni per un fallo di reazione sul navigato Sanguin. Veneri va su tutte le furie e dal termine della squalifica in poi l’attaccante nocetano verrà relegato in panchina. Veneri decide quindi di avanzare dietro l’unica punta Rossi, il genio del centrocampo Marco “Zucchero” Pozzi; inoltre il tecnico mantovano ha la grossa intuizione di dare carta bianca a Sgrò non più impiegato da esterno destro vedi gestione Busatta ma da regista puro, facendo scorrazzare sulla destra il furetto Nistri. Il Fiore trova maggiore equilibrio ma i risultati latitano. Nelle successive tre gare il Fiorenzuola mette insieme solo 4 pareggi, la crisi trova il culmine con la batosta di Castelfranco Veneto contro la rivelazione del campionato, quel Giorgione allenato da Dino D’Alessi che gira a mille grazie ai gol dell’attaccante Andrea Giordano. In società e fra la schiera degli appassionati fiorenzuolani qualcuno grida già “stagione gettata al vento” ma non è così. Veneri che è confermato seppur con riserva, non modifica l’assetto, scuote l’ambiente e il Fiore torna a macinare punti. Dopo la pausa invernale Baldacci e C. infilano sette vittorie in nove partite grazie alla forza del gruppo e alle reti di Giovanni Rossi (14 in totale a fine stagione). Al “Rigamonti” di Lecco va in scena sotto una pioggia battente un’autentica battaglia campale. Tutti gli assalti rossoneri alla porta del Lecco di Claudio Gentile sono sventati dal bravo portiere Nereo Bonato. Nonostante tutto il Fiorenzuola e i circa 300 Fiorenzuolani al seguito tornano in Valdarda con un prezioso punto. La bella serie di risultati utili consecutivi è interrotta dalla sconfitta di Casale Monferrato dove ci si è dovuti inchinare alle parate di un certo Hugo Daniel Rubini portiere italo-argentino di proprietà della compagine nerostellata allenata mister Gianni Alessio Bui. Dopo la sconfitta di Casale ecco altri due deludenti risultati: lo 0-0 nel big-match contro il Giorgione del trequartista Walter Antonello e del terzino sinistro Andrea Da Rold futuri rossoneri; e l’1-1 di Stradella dove contro la cenerentola Oltrepò il Fiore suda sette camice per strappare un punto ottenuto grazie ad una pentoria marcatura di Massimo Pedriali. Il Fiorenzuola rimane comunque incollato alla capolista Mantova. Vince contro la Centese di Roberto Franzon sette giorni dopo, pareggia sul difficile campo di Olbia, batte il pericolante Ospitaletto di Paolo Ferrario con un grande gol del ritrovato Pompini. Ci si gioca tutto nell’insidiosa trasferta allo stadio Ossola di Varese, alla penultima giornata di campionato. Quando la partita sembra oramai incanalata sullo 0-0 il direttore di gara Rossi di Rovigo decreta un rigore per i padroni di casa. Calcia l’eterno Adriano Mosele. Roberto Serena respinge la conclusione dell’attaccante biancorosso mettendo al sicuro quel punto d’oro che vale la promozione in serie C1. Nell’ultima gara contro il capolista Mantova di Ugo Tomeazzi è sufficiente un punto. Davanti a tremila spettatori il Fiorenzuola pareggia 2-2 con reti Trapella e Sgrò su rigore. Scoppia la tanto attesa festa rossonera, il Fiore è promosso per la prima volta nella sua storia in serie C1. Un grande traguardo conseguito dopo soli tre anni di serie C2, grazie alle scelte della società, alle intuizioni e alla bravura del tecnico Giorgio Veneri, alle gesta di un gruppo di calciatori forte ed unito.

1993-94. Nel box riservato al Fiorenzuola, al hotel Forte Crest di Milano epicentro delle trattative del calciomercato nazionale c’è un via vai continuo di addetti ai lavori. In tanti hanno messo gli occhi sui gioielli del “piccolo” Fiorenzuola fresco di promozione in serie C1. L’attaccante Giovanni Rossi autore di 14 reti e il centrocampista Marco Sgrò sono richiestissimi; Il presidente Antonio Villa nutre grosse ambizioni anche per la stagione 1993-94 e in qualche modo riesce a trattenerli in Valdarda. Confermatissimo anche mister Veneri, artefice del salto di categoria. La sorte a volte gioca brutti scherzi: Il Fiore fa il salto di categoria e parecchi protagonisti della promozione lasciano la Valdarda per accasarsi in società che militano in categoria inferiori. Alcuni adii sono veramente dolorosi: Domenico “Mimmo” Baldacci passa all’Albinese in Interregionale; GianBattista Lombardini si accasa al Frassati Cotogno in Promozione; Silvano Mazzi e bomber Pompini accettano l’allettante offerta di una squadra di Interregionale, la Casalese allenata da Marco Torresani; Marco Pozzi firma con il Saronno in Interregionale; Massimo Pavanel rimane il C2 per vestire la maglia del Monopoli del vulcanico presidente Pasquale Bellomo. La campagna acquisti gestita dal d.s. Riccardo Francani porta in Valdarda: i giovani talenti William Viali e Mirko Poloni campioni d’Italia con la Primavera dell’Atalanta, il centrocampista Walter Antonello e l’esterno sinistro Andrea Da Rold gioielli del Giorgione; dalla Pro Sesto arriva il difensore toscano Claudio Maretti di proprietà dell’Atalanta; dal Casale il portiere italo-argentino Hugo Daniel Rubini che si era messo in evidenza proprio contro il Fiorenzuola; il centrocampista milanese Stefano Vecchi dall’Arezzo, prodotto del settore giovanile dell’Inter e per ultimo l’elemento che avrebbe dovuto garantire esperienza e qualità: il centrocampista marchigiano Andrea Mazzaferro, classe 1966, prelevato in serie B dal Taranto. Si rimane alla finestra per l’ingaggio di una prima punta “alla Pompini”, da affiancare a Rossi e in grado di garantire un cospicuo bottino di gol. Si fanno nomi grossi per rafforzare l’attacco rossonero: Cinello, Iorio, Lorenzo, Fiori, quell’Andrea Giordano del Giorgione passato al Padova in serie B. Alla fine arriverà a stagione iniziata Roberto Putelli, classe 1969 ex Pergocrema, Padova e Messina. Nell’anno del debutto in C1 ci sono grosse novità: c'è un nuovo sponsor che affiancherà la Synthesis Chimica è la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza; in campionato la vittoria non vale più due punti ma tre, a fine campionato per completare i quadri delle promozioni e delle retrocessioni si devono disputare play-off e play-out e obbligo di schierare in campo un under 20. Il Fiorenzuola ancora una volta stupisce tutti. Esordio casalingo più che positivo con la vittoria sulla Carrarese del fidentino Rino Lavezzini firmata da Rocco Crippa e Marco Sgrò. Sconfitta al Senigallia di Como poi due vittorie di fila contro l’Alessandria di Ferruccio Mazzola (in rete Giovanni Rossi) e a Palazzolo con gol-vittoria di Putelli. Buon punto al Bentegodi di Verona contro il Chievo di Alberto Malesani. Pareggio per 1-1 contro il forte Mantova di Gianfranco Bellotto in un Comunale gremito e con incidenti nel dopo gara fra opposte tifoserie. Eclatante vittoria al Nereo Rocco di Trieste davanti a 7000 spettatori con Crippa e Trapella che firmano l’impresa. Al Dall’Ara di Bologna il Fiore si ripete e per un soffio non porta a casa l’intera posta in palio. “Fiorenzuola spaventa Bologna” titolerà la Gazzetta dello sport del lunedì. Dopo essere passati in vantaggio con una stoccata di Stefano Vecchi, i rossoneri si fanno raggiungere da un gol dell’attaccante Marco Negri. Il pareggio manda su tutte le furie i tifosi e Giuseppe Gazzoni Frascara patron del Bologna. Il tecnico rossoblu Alberto Zaccheroni viene esonerato. Intanto se ne è andato Sgrò, nulla hanno potuto i dirigenti rossoneri all’offerta dell’Atalanta per portare il ventitreenne centrocampista originario di Sermoneta in serie A. Marco Sgrò lascia un ottimo ricordo a Fiorenzuola dopo due anni e mezzo di militanza. Per rimpiazzarlo ecco l’esperto Massimo Pellegrini, classe 1966, ex Inter, Cagliari e Modena. Pellegrini si rivela un autentico flop. Arriva anche Luciano Dondo, classe 1970 dal Pisa a rafforzare la linea difensiva. Alla quindicesima giornata va in scena al Comunale il big-match contro la Spal di Cesare Discepoli. Contro i ferraresi, la sfera di cuoio calciata da Mazzaferro si trasforma in un missile che si va ad insaccare alle spalle di Brancaccio, davanti agli occhi dei circa 3500 spettatori. E’ la rete del pareggio che permette ai tifosi rossoneri di continuare a sognare. Il sogno però non dura a lungo. Nel girone di ritorno il Fiore perde lo smalto dei giorni migliori, a centrocampo si fa sentire la partenza di Sgrò, in attacco Putelli rimane al palo causa un grave infortunio e fare gol diventa un’impresa. Inizia la crisi di gioco e risultati. Si torna sul mercato e arriva dal Parma il Lupetto, l’attaccante Graziano Mannari ex Milan e Como. La sfida di alta classifica Fiorenzuola-Como viene trasmessa in diretta tv Tele+2. 0-0 il risultato finale con Mannari letteralmente annullato dai difensori lariani. Il Chievo Verona è veramente una compagine organizzata ed espugna il Comunale. Si va a Mantova e si incassa una sconfitta di misura firmata dall’attaccante virgiliano Claudio Clementi. Anche la Triestina di Adriano Buffoni passa al Comunale vendicando la sconfitta dell’andata. Il Fiorenzuola di Veneri non sa più vincere ed è praticamente fuori dalla lotta promozione. Alla ventinovesima giornata è atteso al Comunale il Bologna di Edy Reja. Un evento storico per Fiorenzuola. Ricordo ancora agli ingressi l’invasione dei tifosi rossoblu che alla vista della vecchia tribuna del Comunale esclamavano “ma che razza di posto è questo? Guarda te dove ci tocca giocare?”. La gradinata, settore del tifo organizzato rossonero è in ebollizione e viene allestita una favolosa scenografia con il gonfalone gigante del Comune, le bandiere dei quartieri e la scritta “Mi sum ad Fiurinsola”. La gara la tengono in pugno i più quotati ospiti ma la palla nella porta rossonera ce la deposita uno dei nostri: Viali che con un bel tocco coglie impreparato Rubini. Il Bologna ringrazia e si porta a casa tre punti d’oro in chiave play-off. Il Fiore di capitan Rocco Crippa raggiunge i 42 punti ovvero la matematica salvezza due domeniche dopo, pareggiando in casa contro la Pro Sesto di Gianfranco Motta, 1-1, gol di Giovanni Rossi. Alla penultima giornata si torna alla vittoria dopo undici turni di astinenza ai danni dell’ex Enrico Catuzzi; per poi chiudere il campionato con la sconfitta di Empoli per quattro reti a due. I ragazzi di Veneri si ottengono un onorevolissimo settimo posto gettando basi vincenti per le stagioni future. In serie B ci sale direttamente il Chievo e successivamente il Como di Tardelli vincitore alla lotteria play-off.